Euro Vespa Torino 2006
::: Euro Vespa Torino 2006
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::: Mai così tante insieme..
EuroVespa da record: mai così tante insiemeAlla parata in centro oltre 3000 iscritti
Sono di tutti i colori e di ogni modello, le motorette venute da mezzo mondo per
"EuroVespa". Ce ne sono di personalizzate con ogni sorta di accessorio e di impeccabilmente asettiche,
come se fossero appena uscite dalla fabbrica.
Rare e preziose come superbi Chateau D'Yquem d'annata, oppure figlie del boom che ne ha disseminate nel mondo 16 milioni, riempiono piazza Castello per intero, la prima volta venerdi 16 giugno alle 11. Hanno vernici perfette, senza un graffio, e fanno sventolare in coda bandiere d'ogni sorta. Si fanno ammirare mentre intorno è tutto uno scattare di flash e un filmar di telecamera. Una è tramutata in chopper, un'altra ha per carrozzeria un collage di giornali. Una è rosa, l'altra Mod. Ci sono diverse introvabili "125 a bacchetta" del '49, e persino una "98" dell'aprile '46. Quando si accendono tutti insieme, i motori a due cilindri, nati quando la marmitta catalitica era fantascienza, producono un puzzo azzurrino da maschera antigas. E' un attimo. Quando comincia il corteo, ripartono l'ammirazione e la simpatia. La prima parata va da piazza Castello a Stupinigi. Gli scooter sfilano con allegria, mettendo in mostra ogni tipo di bauletto e di sedile, ogni variazione sul tema del manubrio o del fanale inventata in 60 anni di storia. E' il più grande "EuroVespa" mai organizzato, secondo il direttore Marco Zangrilli: "Non s'erano mai superati i 2 mila e 200 iscritti. Noi siamo 3 mila e 200, e se sommiamo chi s'accoda senza essere iscritto superiamo i 4 mila". I vespisti sono arrivati da Grosseto, Padova, Cagliari, Roma, ma anche dall' Inghilterra, la Francia, la Polonia, l'Ungheria. Christian Soldateschi, toscano di Gavorrano, ha scovato il suo modello del 1952 in un pollaio. Per lui il fascino della Vespa è tutto qui: "E' sempre moderna, bella, intramontabile". Per Nicola Timm, 44 anni, da Sanremo, "è democratica, umile, trasversale a tutti gli strati sociali". "Per me - fa Bruno Mortandella, 56 anni, di Padova - la magia sta nel viaggiare ai 50 all'ora. Così sì che ti godi il paesaggio! La mia Sprint ha fatto 320 mila chilometri, e va benone". Lungo il tragitto per Stupinigi, così come quando, nel pomeriggio, ripartiranno per il Palaisozaki, più di un Vespista è fermo sul ciglio della strada. Uno ha bucato, un'altro scivola a terra. Dominique Taffin, 40 anni, armeggia con il cavo dell'acceleratore di uno scooter rarissimo, un Faka Commodore mai entrato in commercio. "Sapeste quanto costano i ricambi - dice Pasquale Mesto, 47 anni -: il mercato dei collezionisti ha spinto i prezzi alle stelle". A Stupinigi, dove si pranza con mele e panini, i vespisti si scatenano a suon di impennate, sgasate, passerelle. Henry Dutaillus, 62 anni, veterano di un gruppo di 25 lionesi, strappa gli applausi viaggiando obliquo, con il sidecar sollevato. Mentre Christophe Grunelnwald, presidente del club di Strasburgo, confessa di avere 28 motorette d'epoca in garage. Davanti alla Palazzina vanno in onda pure le gare, due contro due, per misurare chi ha più ripresa. Un Px 250 tedesco sfida 4 volte di fila il cinquantino del biellese Marco Cullati. Non si rassegna a vedersi ogni volta superato a sangue. "Non sai il godimento, se riusciamo a massacrare un motociclista - svela il modenese Andrea Savio - loro non ci calcolano, e invece delle volte, in curva...zàcchete, li passiamo. E' questione di abilità: e dovrebbe vederli, quelli, con il fegato di fuori".
(da "La Stampa" di domenica 18 giugno 2006 - Giovanna Favro e collab. Marco Bobbio)
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